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Nella foto aerea è evidenziato il sito ex-EcoWater che si trova nella zona artigianale di Prunaro, lungo la San Vitale. Una lunga storia durata più di venti anni ha caratterizzato quest’area dove nacque un impianto che inizialmente doveva trattare solo i reflui del limitrofo laboratorio di macelleria, ma che presto si trasformò in quello che doveva essere un complesso per il trattamento di rifiuti industriali di vario tipo.
Come troppo spesso è accaduto in Italia, la compagine imprenditoriale ha gestito l’impianto sin da subito in una maniera non troppo trasparente e senza seguire le prescrizioni relative ad un’attività ambientalmente impattante. Le autorità hanno infatti sospeso le attività solo pochi anni dopo l’avvio, nei serbatoi sono rimasti tonnellate di liquidi pericolosi che spesso non corrispondevano nemmeno a quello che attestava la documentazione. Il privato ha quindi lasciato la responsabilità della risoluzione del problema all’amministrazione pubblica, nascondendosi dietro ad una società con un capitale ridicolo da cui la magistratura non è riuscita ad ottenere praticamente nessuna compensazione economica. Il problema è rimasto nelle mani del Comune, perché la Legge dice questo. Con l’arrivo dei fondi PNRR in questi ultimi anni si è finalmente potuto procedere alla bonifica, asportando la totalità dei liquidi pericolosi.
Non sono mancate sorprese durante le operazioni: nuovi serbatoi sotterranei sono comparsi e le analisi hanno rilevato materiali diversi e più pericolosi di quelli previsti. Questi imprevisti hanno fatto sì che il milione e 238mila euro non abbia permesso la rimozione totale delle strutture e dei serbatoi, ma le economie di gara, la rimodulazione del progetto per gestire con varianti tutte le “sorprese” che emergevano durante i lavori e, soprattutto, una conduzione attenta ed esperta dell’appalto da parte degli uffici comunali ha permesso di raggiungere l’obiettivo posto dal PNRR, cioè la bonifica del sito.
Le attività sono terminate alcune settimane fa, con ampio anticipo rispetto la scadenza del marzo 2026 legata ai finanziamenti PNRR e siamo in attesa del certificato di regolare esecuzione da parte del Direttori Lavori e del collaudo finale da parte dei tecnici ARPAE che hanno seguito anche loro passo a passo la vicenda, monitorato l’ambiente per eventuali dispersioni e seguito con noi il cantiere. Come riferito anche dalla Regione Emilia-Romagna, la bonifica del sito budriese è stata esemplare dal punto di vista dei tempi e della modalità di esecuzione, e soprattutto per il coordinamento che c’è stato con tutti i soggetti coinvolti. Questa precoce conclusione ci fa anche sperare in un seguito del progetto, nel caso risultino risorse PNRR non utilizzate (sappiamo che alcuni progetti di bonifica hanno avuto serie difficoltà a partire) per procedere anche alla rimozione delle strutture fisiche e riportare completamente allo stato originale quell’ettaro di terreno a Canaletti.
Dal punto di vista dell’aspetto legale della vicenda, il Comune ha in corso la pratica di iscrizione dell’onere reale alla Conservatoria dei Registri Immobiliari e di conseguenza nel Certificato di Destinazione Urbanistica. In parallelo, assieme a Regione, stiamo definendo i passi per richiedere la restituzione di quanto speso verso il soggetto privato responsabile dell’inquinamento.
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Ultimo aggiornamento: 19-06-2025, 12:44

